Anno 22 N. 1-2 (2014): Fascicolo 1-2/2014
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Fuga dalla modernità (fuga verso il mito). L’Escape nelle opere di Tolkien

Pubblicato 10/10/2014

Come citare

Assoni, C. (2014). Fuga dalla modernità (fuga verso il mito). L’Escape nelle opere di Tolkien. Analisi Linguistica E Letteraria, 22(1-2), 131–136. Recuperato da https://www.analisilinguisticaeletteraria.eu/index.php/ojs/article/view/253

Abstract

The Lord of The Rings non è un romanzo per ragazzi o una saga fantasy di pura evasione, ma è un racconto epico di sopravvivenza alle ‘brutture’ del mondo moderno. In On Fairy-Stories Tolkien chiarisce il concetto di escape come molla propulsiva per la sub-creation, momento salvifico per l’essere umano, il cui prodotto è la creazione di un mondo alternativo, improntato alla Bellezza, collocato in un tempo mitico ed eterno. La fantasia ha per Tolkien tre funzioni: recovery, escape e consolation, tra loro indissolubilmente intrecciate. Tale fantasia ristoratrice permette all’essere umano di evadere dal carcere di una vita limitata da menzogne, vuote formalità e condizionamenti. E attraverso di essa l’uomo può ritrovare una freschezza della visione della realtà, depurata dalle scorie contingenti e immersa in un’aurea mitica; l’escape avvia un processo che si adempie e sublima nell’eucatastrophe, oramai non più solo semplice lieto fine delle favole, ma eco dell’Evangelium nel mondo reale.