Anno 26 N. 3 (2018): Fascicolo 3/2018
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Sigismondo Malatesta, un criminale neoplatonico. Péladan lettore mistico del Palazzo Malatestiano

Pubblicato 01/10/2019

Parole chiave

  • Sigismondo Malatesta,
  • Tempio Malatestiano,
  • Joséphin Péladan

Come citare

Verna, M. . (2019). Sigismondo Malatesta, un criminale neoplatonico. Péladan lettore mistico del Palazzo Malatestiano. Analisi Linguistica E Letteraria, 26(3). Recuperato da https://www.analisilinguisticaeletteraria.eu/index.php/ojs/article/view/100

Abstract

In questo saggio ci proponiamo di analizzare l’ambiguità dell’interpretazione del Tempio Malatestiano nell’opera di Joséphin Péladan. Per Péladan il prestigio del Tempio è legato alla fede nell’assoluto dell’Arte, e sia nel romanzo Le Vice Suprême che nell’opera teorica L’Art Idéaliste et Mystique Péladan ritrae Sigismondo Malatesta come il sacerdote dell’Arte, riscattato dai propri crimini dalla fede neoplatonica. L’apparente linearità di questa posizione nasconde di fatto una profonda ambiguità ideologica, alla quale l’estrema destra europea dell’inizio del XX secolo si ispirò. Péladan condivide questa ambivalenza con la generazione Simbolista-Decadente nel suo insieme, e per quanto non consapevole della portata di alcune sue posizioni, Péladan dimostra ampiamente l’ambivalenza intrinseca dell’interpretazione ideologica dei monumenti.